Roma, 19 luglio 2018 - Medici Senza Frontiere (Msf) Italia ha inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiedendo al governo di modificare le politiche per l’accoglienza migranti e di riaprire i porti italiani allo sbarco delle persone salvate nel Mar Mediterraneo. Nella lettera, Claudia Lodesani, presidente di Msf Italia, sottolinea che "l’equazione ‘meno soccorso in mare uguale meno partenze' non sia solo sbagliata, ma soprattutto mortale. Nell’ultimo mese, quasi 1 migrante su 10 ha perso la vita attraversando il Mediterraneo, mentre dall’inizio del 2018 sono già annegate più di 1.000 persone".
Nei primi mesi del 2015, dopo la chiusura di Mare Nostrum, le morti in mare aumentarono in modo significativo. Nello stesso anno, le ONG (organizzazioni non governative) scesero in mare per aiutare a gestire l’emergenza a cui non riusciva a sopperire l’Italia e l’Europa, che secondo Msf Italia, avrebbero dovuto costruire corridoi umanitari e canali di accesso legali per combattere il fenomeno immigrazione, e non trascurare gli obblighi internazionali in materia di soccorso, diritti umani e protezione dei rifugiati, come invece accadde. Ad oggi purtroppo la situazione non sembrerebbe cambiata. Infatti, alle navi umanitarie non è praticamente permesso di operare, i mezzi della Guardia Costiera italiana e di Frontex (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) hanno minor libertà di azione, e restano attive le navi mercantili, inadatte però a compiere operazioni di soccorso.
Lodesani scrive di come gli Italiani si siano accaniti nei confronti dei migranti, senza soffermarsi su chi di loro è rifugiato politico o richiedenti asilo, in quanto questi ultimi avrebbero diritto di ricevere accoglienza e protezione. Anche il governo, nonostante la sostanziale riduzione degli arrivi, continua ancora a muoversi come se fosse perseguitato da un’invasione straniera, che in realtà non sarebbe mai esistita, per poter proseguire sulla linea della chiusura dei porti, e quindi chiedere meno salvataggi in mare e meno diritti a terra.
Questa condizione di esasperazione, si è creata anche a causa di una conseguenza di scelte sbagliate da parte dell’Europa, in quanto l’Italia, ma anche la Grecia, sono state lasciate sole ad affrontare il problema immigrazione.
"Sono un medico e negli ultimi 15 anni ho cercato di "aiutarli a casa loro”. Quasi tutto il 2017 l’ho trascorso in Sud Sudan, dilaniato da una guerra che ha causato 2,485 milioni di rifugiati. Di questi 1 milione sono accolti in Uganda, quasi 800.000 in Sudan e gli altri in Etiopia, Kenya e Repubblica Democratica del Congo. Perché solo una piccolissima parte di chi fugge da guerre, violenze, fame e cambiamenti climatici vuole arrivare in Europa" - afferma la Lodesani nella sua lettera.
Msf chiede a Conti di non solo parlare con i suoi ministri, ma anche a convocare i presidenti delle nazioni più influenti in Europa, per proporre loro iniziative più concrete come corridoi umanitari, canali di accesso legale e accordi coraggiosi per rafforzare il sistema di ricerca e soccorso in mare e assicurare un'accoglienza condivisa in Italia ed Europa.