Roma, 19 luglio 2018 - È stata assolta Martine Landry, pensionata e attivista di Amnesty International, accusata di aver aiutato due quindicenni richiedenti asilo, provenienti dalla Guinea a raggiungere una stazione di polizia in Francia. La donna, per aiutare i due ragazzi, li avrebbe accolti sul lato francese della frontiera tra Menton e Ventimiglia per accompagnarli alla polizia di frontiera.
Dopo quasi un anno, in cui Landry ha rischiato una condanna a 5 anni di carcere e 30 mila euro di sanzione, il 13 luglio il tribunale ha definito innocente la donna poiché ha agito secondo il diritto internazionale e secondo l’interesse della fraternità. Durante questo incubo, Amnesty International non ha mai abbandonato Landry, schierandosi sempre dalla parte della sua attivista, utilizzando i canali mediatici per chiedere supporto e sensibilizzazione collettiva per lei, e far conoscere la sua storia. "Martine Landry non ha fatto nulla di male e non ha commesso alcun crimine. Portando due ragazzi in una stazione di polizia in modo che potessero essere registrati e assistiti in quanto minorenni, ha agito con compassione e in conformità con la legge”, ha dichiarato l’Amnesty International. Secondo l’organizzazione umanitaria, Landry è stata trascinata in tribunale sulla base di accuse surreali, senza avere per altro rispetto degli sforzi delle Ong per aiutare le persone in cerca di sicurezza.
“La legge francese dovrebbe essere modificata conformemente al diritto internazionale per garantire che solo il traffico per vantaggi materiali sia considerato un reato,” ha sottolineato Amnesty International.