(ANSA) - VENEZIA, 10 SET - Ci sono anche le ragioni dei Ceo,
non solo quelle degli operai e sindacalisti. UN AUTRE MONDE di
Stéphane Brizé, con un grandissimo Vincent Lindon, e in corsa
per il Leone d'oro al Festival di Venezia, sposta la prospettiva
dalla parte opposta mettendo in scena Philippe Lemesle (Lindon),
affermato dirigente di un'industria di elettrodomestici
american,a che deve fronteggiare le assurde richieste della casa
madre di nuovi ulteriori tagli al personale.
Non solo, in questa terza parte della trilogia di Brizé sul
lavoro, Lemesle si trova alle prese con un imminente divorzio
con la moglie (Sandrine Kimberlain) e con un figlio adolescente
problematico. Tra i meriti di UN AUTRE MONDE quello di mostrare
forse per la prima volta sul grande schermo che un cuore ce l'ha
anche chi di soldi ne guadagna tanti e sembra non capire mai le
ragioni degli operai. E ancora, far vedere che il capitalismo
assoluto alla fine stritola tutti, gli operai che rischiano di
perdere il posto in un mercato globale in cui la
delocalizzazione è dietro l'angolo, ma questo vale anche per chi
è in questa macchina un ingranaggio più grande. Anche lui può
essere stritolato se incapace di stritolare. (ANSA).
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