(ANSA) - ROMA, 22 SET - E' un cinema italiano "mai così
plurale", che guarda all'estero, che spazia per argomenti e
linguaggi, da opere prime a film per il grande pubblico. "Forse
si produce troppo, forse si produce troppo nel mondo, di sicuro
c'è un momento straordinario e il cinema italiano c'è", ha detto
il presidente della Fondazione Gianluca Farinelli alla
presentazione della Festa di Roma testimoniando la massiccia
selezione nell'edizione in programma dal 13 al 23 ottobre. Nel
festival che si rinnova sono due i film italiani scelti dalla
direttrice artistica Paola Malanga per il concorso Progressive
Cinema tutto orientato alla ricerca, allo scouting, alla
valorizzazione di talenti e alle opere prime, respirando l'aria
del presente.
In concorso ci sono LA CURA di Francesco Patierno, ambientato
a Napoli in pieno lockdown mentre nella città spettrale
Francesco di Leva, Alessandro Preziosi e altri rileggono La
peste di Albert Camus e I MORTI RIMANGONO CON LA BOCCA APERTA di
Fabrizio Ferraro, storia di quattro partigiani che fuggono in
mezzo alla neve sull'Appennino dell'Italia centrale, nel 1944.
Ma poi tanti nelle altre sezioni a cominciare da GRAND PUBLIC
dove si trova il film di apertura IL COLIBRI' di Francesca
Archibugi con Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Bérénice
Bejo, Laura Morante. Tra gli altri ASTOLFO di Gianni Di
Gregorio; la commedia ERA ORA di Alessandro Aronadio con Edoardo
Leo e Barbara Ronchi; L'OMBRA DI CARAVAGGIO di Michele Placido
con Riccardo Scamarcio e Louis Garrel; IL PRINCIPE DI ROMA di
Edoardo Falcone, con Marco Giallini nella Roma papalina del 1829
omaggio al cinema di Gigi Magni; RAPINIAMO IL DUCE di Renato De
Maria con Pietro Castellitto re del mercato nero nella Milano
del '45 poco prima di Piazzale Loreto; il pirandelliano LA
STRANEZZA di Roberto Andò con Toni Servillo, Salvo Ficarra e
Valentino Picone. FREESTYLE è una miniera piena di sorprese
italiane. Tra i tanti titoli DJANGO - LA SERIE di Francesca
Comencini testimonia il trend del new western, mentre si
scommette il sold out per il doc ER GOL DE TURONE ERA BONO di
Francesco Miccichè, Lorenzo Rossi Espagnet e per l'altra serie
SONO LILLO di Eros Puglielli con il quesito buffo: A cosa serve
essere Posaman?. (ANSA).
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