(ANSA) - CAGLIARI, 05 DIC - "Non vogliamo risarcimenti
economici, ma giustizia. Continueremo la nostra battaglia". È in
sintesi la lettera aperta delle associazioni 140 e
Familiari-Vittime Moby Prince Onlus a pochi giorni dal rigetto
da parte della sezione civile del Tribunale di Firenze per la
causa risarcitoria promossa contro lo Stato per la morte a bordo
del traghetto andato a fuoco 29 anni fa, il 10 aprile 1991, dopo
la collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada del
porto di Livorno.
"Ciò che ci ha spinto a promuovere la causa civile - si legge in
una lettera firmata dai presidenti Loris Rispoli e Luchino
Chessa - dopo il deposito della relazione conclusiva da parte
della Commissione Parlamentare di inchiesta, non è stata
l'intenzione di ottenere un risarcimento dei danni, ma quella
di ottenere, finalmente, il riconoscimento in una sede
giudiziaria delle gravissime responsabilità".
Le associazioni ringraziano parlamentari e istituzioni che si
sono impegnati è che si impegneranno in questa battaglia. "In
questi lunghi anni noi familiari delle vittime abbiamo sostenuto
una lunga, dolorosa ed estenuante battaglia nelle aule
giudiziarie, nel tentativo e con la speranza che le inchieste
della magistratura potessero accertare quanto accaduto quella
terribile notte e individuare e condannare i responsabili di
quella strage. Abbiamo fatto tutto quanto nelle nostre
possibilità, anche per non disperdere la memoria di quel tragico
evento - scrivono ancora - Abbiamo fatto tutto questo e
continueremo a farlo, non certo per ottenere un risarcimento
materiale dei danni, ma solo perché la mancanza di giustizia è
per noi intollerabile ed inaccettabile". (ANSA).
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