(ANSA) - ROMA, 30 OTT - Oggi in piazza "ho trovato lo
stesso sconcerto e rabbia che stanno provando tutti gli
italiani. E' assurdo ritrovarci nelle stesse condizioni di
marzo". Lo dice all'ANSA Ascanio Celestini, che oggi ha
partecipato a Roma alla manifestazione organizzata in varie
città dai lavoratori dello spettacolo contro lo stop a cinema e
spettacolo dal vivo, deciso con il nuovo Dpcm.
"Va tutelato lo spazio del teatro e la relazione con lo
spettatore, preziosi soprattutto in questo momento - spiega
l'autore, regista e attore -. Se tenere i teatri aperti con gli
spettatori già ridotti dalle precedenti misure è ritenuto
pericoloso, io sono pronto a ridurli, anche fino ad avere un
solo spettatore. E' una porta che non si può chiudere". Questo
perché "sempre di più le persone vivono e viaggiano verso la
solitudine. Sempre di più i luoghi d'incontro scompaiono, a
favore di un incontro virtuale. Se inizia a passare l'idea che
il teatro possa diventare totalmente performance virtuale, si
perde una parte fondamentale della nostra cultura". In questo
momento "devono arrivare risorse a tecnici e artisti per
permettergli di sopravvivere, "ma sarebbe bene anche immaginare
risorse per permettere di organizzare spettacoli che possano
arrivare al pubblico in tutta sicurezza". Da padre di due figli
Celestini è preoccupato anche per l'immobilismo sulla scuola:
"Perché non portare gli studenti a teatro per valorizzarne la
funzione pubblica di piazza coperta? Sempre rispettando
rispettando ogni regola di sicurezza, sarebbe possibile".
Sarebbe un passo avanti, rispetto a "una scuola ancora
ottocentesca, dove i professori sanno insegnare esclusivamente
in presenza. Non hanno nessuna formazione per insegnare a
distanza e quindi vengono catapultati in linguaggio che non
conoscono".
L'autore di Radio Clandestina non ha grande fiducia in questo
momento nel governo ("ha dimostrato di avere una capacità di
programmazione pari a zero"), ma ne ha nelle singole forze
culturali delle "piccole patrie di questo Paese", che "hanno la
forza per reagire". (ANSA).
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