(ANSA) - ROMA, 19 OTT - "Detesto filmare" dice Gianfranco
Rosi, il regista Leone d'oro a Venezia con Sacro Gra e Orso
d'oro a Berlino con Fuocoammare, che con l'ultimo film Notturno
faticosamente e rischiosamente realizzato in Medio Oriente è
stato in concorso a Venezia 77 uscendo, tra le polemiche, a mani
vuote ma che potrebbe essere designato come film italiano
candidato agli Oscar 2021, quest'anno spostati al 25 aprile (la
commissione Anica si riunirà entro martedì 1 dicembre).
"Quando metti la cinepresa tutto cambia, i momenti più belli
per me sono e restano quelli della ricerca, della preparazione,
degli incontri. Senza gli incontri il cinema, il mio cinema non
esiste, io non parto dalla sceneggiatura, non ce l'ho proprio ed
è per questo che non faccio film di finzione. Io parto
dall'intuizione, dall'essenza e perciò sono reticente a filmare
e aspetto, aspetto, indugio sulle inquadrature rincorrendo la
luce giusta, che per me è un modo per rinviare il ciak", spiega
Rosi nell'Incontro Ravvicinato alla Festa di Roma, moderato dal
direttore Antonio Monda, davanti ad un pubblico giovane,
attento, in religioso silenzio.
"Mi mette ansia incredibile dare il ciak - confessa Rosi,
doppio passaporto italiano e americano, diplomato alla New York
University Film School - perché sono cosciente che la cinepresa
in azione fa cambiare la realtà, la situazione che mi aveva
affascinato rischia di scolorarsi".
Durante l'incontro sono state mostrate scene di due film
'preferiti' scelti da Rosi, oltre che spezzoni dei suoi
documentari: Banditi a Orgosolo (1961) di Vittorio De Seta e Los
Olvidados, i figli della violenza di Luis Bunuel. (ANSA).
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