(ANSA) - VENEZIA, 06 SET - Intanto una buona notizia: "Il
sequel di Chiamami col tuo nome si farà, ci sto lavorando, anche
se è presto parlare di set", dice all'ANSA Luca Guadagnino,
confermando il progetto atteso moltissimo dai giovani che del
film del 2017, tratto dal romanzo di Andrè Aciman, hanno fatto
un cult e reso il protagonista Timothée Chalamet uno dei
beniamini della generazione. Il cineasta-autore-produttore è a
Venezia per presentare il cortometraggio girato durante il
lockdown, 'Fiori, fiori, fiori' e il documentario fuori concorso
Salvatore - Shoemaker of dreams dedicato alla straordinaria
avventura di Ferragamo (uscirà in sala con Lucky Red nel 2021) e
dal 18 al 26 settembre sarà presidente della giuria del festival
di San Sebastian durante il quale in prima mondiale si vedrà il
suo debutto nelle serie tv, We are who we are, in onda su Sky
dal 9 ottobre.
Il Covid, seppure cambia regole di produzione e sensibilità,
non lo ferma davvero. "Certo - ammette - il rapporto con la
creatività non è lo stesso, si viaggia meno, ci sono tante
regole, io stesso sono in crisi per mettere in scena le scene
d'amore e di passione, ma certo non mi fermo per questo".
Nel lockdown è "aumentato in maniera universale il desiderio
di muoversi. Io ero a Milano, soffrivo anche per motivi privati
la situazione e mi è salito fortissimo il desiderio di tornare
nei luoghi della mia infanzia". Nel corto si vede un Guadagnino
emozionato come un bambino di rivedere volti familiari, luoghi,
persino odori.
In Salvatore - Shoemaker of dreams, Guadagnino racconta il
designer delle scarpe con un'incredibile abbondanza di materiali
d'archivio rintracciati a Firenze in casa Ferragamo a Palazzo
Spini Feroni, ma anche a Hollywood dove il ciabattino dello
sperduto Bonito in provincia di Avellino è amato e riconosciuto
tra i pionieri dell'industria cinematografica dell'epoca d'oro,
da Scorsese ai più noti critici. Il legame tra Guadagnino e lo
stilista è "nella ricerca della bellezza, con incredibile
modestia. Ha sempre vissuto la sua vita come un outsider,
qualcuno fuori dal coro. E in questo mi sento per il cinema
proprio come lui". (ANSA).
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