(ANSA) - ROMA, 14 APR - "Nella pubblicità ci sarà più
responsabilità, sincerità, semplicità. Magari andremo alla
stessa velocità di prima ma la fase 2 sarà lunga e dominata
dalla paura. Molte cose non rimarranno uguali". Karim
Bartoletti, mago dell' advertising premiato per decine di
campagne realizzate per grandi marchi italiani e internazionali,
immagina così parlando con l'ANSA il futuro prossimo delle case
di produzione quando si allenterà la stretta imposta dalla
pandemia. "Ci eravamo tutti arrovellati su noi stessi. Ci sarà
un restart generale, come quando il computer si impalla: la
prima cosa che il tecnico ti chiede è se hai provato a spegnere
e a riaccendere e tutto riprende a funzionare", osserva il
produttore italiano, 48 anni, infanzia a Teheran e studi a
Chicago dove si è affermato come uno dei nomi più brillanti del
panorama pubblicitario tanto da diventare nel 1999 il più
giovane Head of Production d' agenzia di tutti gli States. Nel
lungo elenco di lavori che portano la sua firma spiccano quelli
per Budweiser, McDonad's, Gucci, Jeep, Fiat, Audi, Alfa Romeo,
Lamborghini, Renault, Ferrero, Exxon Mobil.
Una fase nuova va affrontata con linguaggi nuovi, come sta
reagendo il mondo della comunicazione pubblicitaria? "In tv -
dice Bartoletti dalla sua casa di Milano - sono passati spot
girati prima della chiusura generale con scene di incontri
ravvicinati, persone che si abbracciano per un aperitivo o che
viaggiano in auto. Molti brand ne stanno mettendo a punto di
nuovi tagliando le parti 'incriminate'. Altri usano immagini di
repertorio, altri ancora inquadrature di gente filmata in casa.
Non credo però che arriveremo ai personaggi con la
mascherina''. Che tipo di messaggi si vedranno, quindi? "La
base da cui partono certi marchi per raccontarsi cambierà.
Stavamo diventando troppo concentrati sullo scopo, sul fine.
Oggi invece si parla molto di 'accountability', responsabilità.
I brand devono comunicare responsabilmente. Noi produttori
dovremo dire quello che si può e non si può fare. Gireremo spot
postcoronavirus molto più semplici, la gente vorrà cose più
immaginative, immagini più belle e cinematografiche, libertà,
spazi aperti". (ANSA).
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