(ANSA) - ROMA, 2 MAR - ''Little Boy, cresciuto da romantico
contestatore, ha conservato la sua giovanile visione di una vita
destinata a durare per sempre, immortale come lo è ogni giovane,
convinto che la sua identità speciale non morrà mai'': si
conclude così, con una dichiarazione di innocenza mai perduta,
l'autobiografia che quel fanciullino di Lawrence Ferlinghetti,
uno dei padri della Beat generation, scopritore di Ginsberg,
Kerouac, Burroughs, Corso e tanti altri, ha scritto e pubblica
in America in occasione dei suoi 100 anni, che festeggia il 24
marzo, non a caso intitolata ''Little Boy'' (Piccolo Ragazzo) e
che è come chiudesse un cerchio, collegandosi stilisticamente ai
suoi inizi. Poeta di successo, narratore, ma anche pittore,
memoria di quegli anni che hanno segnato la cultura americana
del dopoguerra, Ferlinghetti è stato un po' l'imprenditore di
tanti amici, l'editore di un gruppo cui letterariamente in fondo
non ha mai appartenuto artisticamente.
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