(ANSA) - ROMA, 18 LUG - Dopo Caruso e prima di Pavarotti,
Giuseppe Di Stefano, di cui il 24 luglio si celebrano i 100 anni
dalla nascita, avvenuta nel 1921 a Motta Sant'Anastasio, in
provincia di Catania, è stato il cantante lirico più popolare e
quello che ha contribuito a svecchiare l'immagine tradizionale
del cantante d'opera, che passa dal palcoscenico della Scala
calcato per anni a quello dell'Ariston per il festival di
Sanremo 1966, che non ha peli sulla lingua, ha fascino ed è
comunicativo, e per di più è stato a lungo il partner di Maria
Callas, con cui ha avuto anche una storia d'amore.
Le cronache parlavano di lui, divo di charme e senza
istrionismi, come il ''cantante che aveva sempre privilegiato
l'istinto rispetto alla cosiddetta tecnica, la sregolatezza
rispetto al genio'', come ha scritto il musicologo Gianni Gori
in una biografia a lui dedicata, 'Voglio una vita che non sia
mai tardi'. Naturalmente moderna era anche la sua voce,
espansiva, generosa nel darsi, solare, sensuale, nitida nel far
risaltare la parola nel contesto musicale, incisiva pur nel
fraseggio suadente e incalzante, sfruttando una eccezionale e
naturale ricchezza di armonici.
Con la Callas cantò per la prima volta assieme in una
'Traviata' diretta da Tullio Serafin a San Paolo, in Brasile. Da
allora, con rara affinità artistica e capacità di non prevalere
uno sull'altro, diventarono la celeberrima ''coppia del
belcanto'' e non smisero mai di esibirsi in giro per il mondo in
opere e concerti con i più grandi direttori d'orchestra. Un
momento culminante fu nel 1955, protagonisti della storica
'Traviata' diretta da Giulini con regia di Luchino Visconti, che
Di Stefano lasciò dopo la prima recita per pretestuosi contrasti
con lei, ritrovandosi un anno dopo in 'Un ballo in maschera',
edizione diventata storica per l'altezza del risultato, diretto
da Gavazzeni. La loro storia d'amore fiorisce però tardi, nella
prima metà degli anni '70, quando Di Stefano con la sua carica
umana convince Maria a tornare a esibirsi in recital e duetti in
giro per il mondo, da Germania o Francia a Giappone e Australia,
applauditi più per il loro carisma prestigioso che per le voci
oramai stanche. (ANSA).
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