(ANSA) - ROMA, 21 APR - Un giovane rifugiato siriano in
Libano, Sam Ali (Yahya Mahayni), pur di riunirsi a Bruxelles con
la donna che ama (spinta a un matrimonio combinato), accetta, in
una sorta di patto faustiano, di farsi tatuare sulla schiena da
un famoso e provocatorio artista, Jeffrey Godefroi (Koen De
Bouw), un enorme visto di Schengen per poter così viaggiare in
Europa da opera d'arte vivente. Una condizione, però, che invece
di essere un mezzo per trovare una propria libertà e autonomia,
come Sam sperava, si rivela tutt'altro. E' la trama di The man
who sold his skin, la dramedy social/satirica della regista
tunisina Kaouther Ben Hania, che a Venezia ha ricevuto il premio
della sezione Orizzonti per il miglior attore (andato a Yahya
Mahayni, qui al suo primo film, nella vita è un avvocato) ed è
tra i cinque titoli candidati agli Oscar come miglior film
internazionale (in Italia uscirà con Wanted Cinema).
Tra gli interpreti c'è anche Monica Bellucci, nei panni di
una gallerista d'arte senza troppi scrupoli. "Monica è un'icona.
Non la conoscevo ma le ho mandato la sceneggiatura e lei mi ha
detto subito sì, aveva visto il mio film precedente Beauty and
the dogs e le era piaciuto molto. E' stato bellissimo lavorare
insieme, lei vuole sempre affrontare sfide diverse, si mette in
gioco e ama collaborare con registe donne", spiega Kaouther Ben
Hania nell'incontro in streaming organizzato dall'American
Cinemateque. La regista, classe 1977, ha debuttato nel cinema
di fiction Con Beauty and the dogs (2017), su una donna che nel
corso di una notte, dopo essere stata violentata da alcuni
poliziotti, fatica a trovare aiuto e giustizia. Il film era
stato scelto come candidato ufficiale della Tunisia all'Oscar
per il film internazionale, ma non era entrato in cinquina.
"Il mio cinema ruota intorno al concetto di giustizia e a
tutte le relazioni sociali e politiche a cui è legata -
sottolinea -. In Beauty and the dogs è ciò che cerca la
protagonista, mentre in The man who sold his skin Sam vive in un
mondo ingiusto nel quale non ha realmente libertà di scelta.
Parlo spesso del rapporto fra dominatori e dominati, del
conflitto tra le persone e le istituzioni". (ANSA).
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