(ANSA) - TEL AVIV, 21 FEB - In un libro destinato a suscitare
scalpore e polemiche in Israele, la figlia di Amos Oz ha
accusato il padre di essere stato violento nei suoi confronti
fino agli ultimi giorni di vita. Nella autobiografia appena
uscita in ebraico dal titolo 'Qualcosa travestito da amore',
Galia Oz denuncia un rapporto difficile con il padre, nume
tutelare della letteratura israeliana e icona progressista.
"Nella mia infanzia - prende avvio il libro - mio padre mi
ha picchiato, imprecato contro e umiliata. La violenza è stata
creativa: mi ha trascinato fuori casa e mi ha cacciato via. Mi
ha chiamato schifezza. Non una passeggera perdita di controllo e
non uno schiaffo in faccia qui e lì, ma una routine di sadico
abuso". "Il mio crimine - ha aggiunto Galia, scrittrice di libri
per bambini anche lei di successo - ero io stessa, così la
punizione non ha avuto fine. Doveva essere sicuro che mi sarei
dovuta spezzare".
Un ritratto respinto dal resto della famiglia Oz: la vedova
dell'autore Nili e gli altri suoi due figli - Fania e Daniel -
hanno contestato con forza quanto sostenuto da Galia. "Abbiamo
conosciuto - hanno scritto in un comunicato congiunto - un padre
diverso: un caldo, amorevole, attento genitore che ha amato la
sua famiglia". (ANSA).
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