(ANSA) - ROMA, 10 OTT - Libo postumo, in continuo divenire,
'Lettere dal carcere' di Antonio Gramsci esce il 13 ottobre ne I
Millenni Einaudi, in una nuova edizione, a cura di Francesco
Giasi, con 511 lettere, di cui 12 inedite e un ricco album
fotografico. La prima edizione del 1947, a cura di Palmiro
Togliatti e Felice Platone, contava 218 lettere a cui nelle
diverse edizioni dell'opera, tra cui quelle a cura di Sergio
Caprioglio e Elsa Fubini e di Paolo Spriano, se ne sono via via
aggiunte altre.
Come spiega Giasi nell'introduzione la storia di questo libro
inizia il giorno dopo la morte del suo autore, avvenuta a Roma
il 27 aprile 1937. E' una corrispondenza familiare, la maggior
parte delle lettere scritte da Gramsci sono rivolte alla madre,
al fratello Carlo, alle sorelle, alla moglie, alla cognata
Tatania Schucht e ai due figli.
Nelle 1367 pagine di questa edizione viene ancora più
chiaramente fuori "la storia personalissima di un pensiero
conteso fra logiche di apparato, libertà di visione, dolore e
tenacia di impegno" come spiega Ernesto Franco nella nota di
presentazione. Le lettere "corrono parallele alla stesura dei
'Quaderni del carcere', che rappresentano a loro volta una delle
vette del pensiero saggistico italiano del Novecento, tradotti e
studiati in tutto il mondo. Ne costituiscono il parallelo
esistenziale e, forse, la premessa e la condizione. In tutte le
sue edizioni, per merito dei o nonostante i suoi curatori,
'Lettere dal carcere' è sempre apparso al suo lettore non come
un libro-archivio, ma come un'opera compiuta e autonoma, perché
autoritratto di un pensiero vivente nel suo divenire, nel suo
dispiegarsi, ma anche nella sua novità radicale". Non da ultimo,
spiega Ernesto Franco, 'Lettere dal carcere' "è un libro
fondativo della casa editrice Einaudi.
Promotore nel 1921, con Amadeo Bordiga, della scissione del
Partito socialista e della fondazione del Partito comunista
d'Italia, Gramsci nel 1924 fonda il quotidiano "l'Unità" e nello
stesso anno viene eletto deputato in Parlamento. Nel 1926 viene
arrestato, in violazione dell'immunità parlamentare, dalla
polizia fascista e processato per attività cospirativa e
istigazione alla guerra civile. E nel 1928 viene condannato a
vent'anni. (ANSA).
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