(ANSA) - VENEZIA, 06 SET - L'odio, di generazione in
generazione, tra nazisti ed ebrei tutto in un film che si svolge
ai giorni nostri e dal titolo esplicito: 'Non odiare'. Opera
prima di Mauro Mancini e unico film italiano in Concorso alla
35/a edizione della Settimana Internazionale della Critica a
Venezia, questo lungometraggio racconta, tra molti silenzi, una
storia ambientata in una città del nord-est qualsiasi (in questo
caso Trieste).
Qui vive Simone Segre (Alessandro Gassmann), affermato
chirurgo di origine ebraica che un giorno scopre tutta la sua
intolleranza quando si ritrova a non soccorrere un uomo vittima
di un pirata della strada nel momento in cui scopre sul suo
petto un tatuaggio nazista. Consumato ben presto dai sensi di
colpa, il medico rintraccia la famiglia dell'uomo: Marica (Sara
Serraiocco), la figlia maggiore; Marcello (Luka Zunic)
antisemita come il padre e il piccolo di casa, Paolo (Lorenzo
Buonora). Assunta Marica come donna di servizio nella sua agiata
abitazione, Simone avrà con la ragazza un atteggiamento tra
protezione e amore fino a quando il destino busserà di nuovo
alla sua porta riportando il medico di fronte ad un'altra
ineludibile scelta ideologica ed esistenziale.
Non odiare, in sala dal 10 settembre con Notorious Pictures,
"racconta quello che siamo sotto la pelle. La pelle bianca,
'ariana', che vorrebbero avere Marcello e i suoi amici
neonazisti e quella bianca, 'non ariana', di Simone. La pelle
tatuata del padre di Marcello e quella marchiata del padre di
Simone. La pelle 'scura' dei migranti pestati a sangue nei
bangla-tour e quella diafana, limpida di Marica", sottolinea
Mancini.
Nei panni del personaggio, spiega Gassmann, "io probabilmente
avrei salvato l'uomo ferito. Da giovane, devo dire, ero
aggressivo, ma ora credo che la cosa più importante sia capire
dove nasce l'odio. Quello stesso odio che c'è nei social dove -
aggiunge - ci sono dei vigliacchi che minacciano da lontano".
(ANSA).
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