(ANSA) - ROMA, 11 AGO - "Ho appreso della scelta di Pupi
Avati di sostituirmi proprio dal mio amico fraterno Renato
Pozzetto, che ha preso il mio ruolo, me lo ha detto il giorno
del suo compleanno. Una scelta che mi trova d'accordo, è il mio
maestro, ma avrei preferito che Pupi mi facesse una telefonata
per dirmelo, e invece...". Massimo Boldi affida in una
intervista esclusiva pubblicata dal settimanale "Chi" nel numero
in edicola da mercoledì 12 agosto la sua amarezza per quella che
ritiene una ingiustizia da parte di un suo vecchio amico, il
regista Pupi Avati.
Massimo Boldi avrebbe dovuto interpretare il papà di Vittorio
Sgarbi nel film dedicato ai genitori del critico d'arte. La
pellicola era ispirata al libro Lei mi parla ancora, che
Giuseppe Sgarbi ha scritto pensando alla moglie Rina Cavallini,
scomparsa dopo 65 anni d'amore. Una scelta che aveva messo tutti
d'accordo, a partire da Vittorio, che chiamava già "papà" Boldi,
vista la straordinaria somiglianza con suo padre. «A primavera
2019, sono stato contattato da Pupi Avati e da suo fratello
Antonio, produttore, per fare un film sulla storia dei genitori
di Vittorio Sgarbi», racconta Boldi «A giugno dell'anno scorso
mi è arrivata la sceneggiatura, le riprese erano previste per
ottobre-novembre 2019. Sono rimasto a disposizione quasi un
anno (...) Ci siamo visti dopo la quarantena, che aveva
bloccato per mesi tutte le produzioni. Il 6 luglio ho fatto la
prova costume. Ma non ho saputo più nulla". Il 14 luglio,
giorno del compleanno di Pozzetto, Boldi lo chiama per fargli
gli auguri. "E' stato lui a dirmi che come regalo di compleanno
aveva accettato di recitare in un film che dovevo fare io. Sono
rimasto come un coglione. Per me una stretta di mano vale più di
un contratto". E la reazione di Avati? "Gli ho scritto un
messaggio per chiedergli come avremmo fatto a spiegare ai
giornali questo cambio in corsa e lui mi ha risposto: 'Fai come
vuoi' " (ANSA).
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