Paolo Petroni
(ANSA) - ROMA, 04 LUG -
''Ogni volta che mi illudo
d'incontrare quel signore che ritengo sia il teatro, mi rendo
conto di vivere la più bella illusione della mia vita'' ha
sempre detto Franca Valeri ed è in questa illusione, in questo
incontro, il segreto della sua vitalità, della sua longevità
senza mai perdere il contatto col mondo e le sue trasformazioni,
particolarmente evidente in questo momento in cui sta per
compiere, il 31 luglio, 100 anni. Facile dire, di un' artista
che ha interpretato i vizi, i mutamenti, le debolezze di una
società in grande trasformazione ricordando che questa signora,
colta, ironica, è stata la prima vera voce femminile autonoma
della scena italiana, sin dal debutto nel 1948. In ''Bugiarda
no, reticente'' poco prima dei 90 anni aveva scritto: ''La
nostra generazione era preparata. La preparazione non è solo
forza fisica, ed e' indubbio che noi siamo più robusti dei
giovani, l'esercizio è soprattutto di genere morale''. Allora
ancora saliva in scena mentre si batteva pubblicamente e
riusciva a far cancellare il progetto di una discarica vicino a
Villa Adriana. E mentre tutti la ricordavano ancora come la
Signorina Snob o la Sora Cecioni, amava sottolineare come a un
certo punto l'avessero riconosciuta come "scrittrice e autrice
di vari libri e commedie'' e non più solo come attrice comica
tv, tra l'altro tradita sulle sue origini culturali dal proprio
nome d'arte, derivato dal raffinato poeta francese Paul Valery,
''perché mio padre non voleva facessi teatro'', al posto
dell'originale Franca Maria Norsa. E infatti la sua grandezza è
proprio nella raffinatezza del suo umorismo, come della sua
satira, capace di sedurre gli intellettuali e assieme di
conquistare il pubblico più popolare, in un percorso che nasce
nel dopoguerra e dal suo sodalizio con Vittorio Caprioli (poi
diventato suo marito) e Valerio Bonucci con cui diede vita nel
1951 ai ''Gobbi''. (ANSA).
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