(ANSA) - ROMA, 18 APR - "Essere attori non vuole dire essere
bravi interpreti ma avere la possibilità di poter trasmettere
quella meravigliosa responsabilità di far sentire i sentimenti:
in questo il teatro è poeticamente molto utile". E il Manfred di
George Byron, l'antieroe che soffre il tormento dei demoni che
lo rincorrono, è la nuova occasione per Glauco Mauri, di portare
in scena quella che nella sua filosofia è la missione stessa del
teatro.
All'alba dei suoi 93 anni il grande attore e registra si lancia
in una nova avventura: sarà il protagonista, come voce
recitante, del concerto in programma al Teatro Costanzi giovedì
20 aprile, che vedrà sul podio dell'Orchestra dell'Opera di Roma
il direttore musicale Michele Mariotti con uno dei grandi
capolavori della letteratura musicale tedesca: Manfred, il poema
drammatico in tre parti per soli, coro e orchestra, Op. 115 di
Robert Schumann, tratto da George Byron.
Manfred è un personaggio "pieno di colore e di sfumature", una
dote, osserva Mauri in un'intervista all'ANSA, che "è sempre di
aiuto per gli interpreti". Ma soprattutto è animato da un
tormento che lo rende unico: "Lui è completamente in lotta con
sé stesso. Amo questo personaggio perché credo che abbia provato
tanti più sentimenti di quelli che provano le persone umane: è
affollato di sentimenti" e fare teatro altro non è che "parlare
della vita", ricorda Mauri. (ANSA).
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