Nuovo monito del Papa contro i "muri". "Come cristiani - ha detto nell'udienza alla Centesimus Annus - siamo chiamati a un amore senza frontiere e senza limiti, segno e testimonianza che si può andare oltre i muri degli egoismi e degli interessi personali e nazionali; oltre il potere del denaro che spesso decide le cause dei popoli; oltre gli steccati delle ideologie, che dividono e amplificano gli odi; oltre ogni barriera storica e culturale e, soprattutto, oltre l'indifferenza". "Possiamo essere fratelli tutti", "può sembrare un'utopia irrealizzabile", "preferiamo invece credere che sia un sogno possibile", ha concluso il Papa.
"La solidarietà, la cooperazione e la responsabilità" sono "antidoti all'ingiustizia, alla disuguaglianza e all'esclusione". Lo ha detto il Papa ai partecipanti al convegno internazionale della Centesimus Annus. "Le incertezze e le precarietà che segnano l'esistenza di tante persone e comunità sono aggravate da un sistema economico che continua a scartare vite in nome del dio denaro, istillando atteggiamenti rapaci nei confronti delle risorse della Terra e alimentando tante forme di iniquità. Dinanzi a questo non possiamo restare indifferenti". La risposta "non è solo la denuncia" ma soprattutto "la promozione attiva del bene".
Nell'incontro è anche arrivato, da parte di Papa Francesco, un nuovo monito del Papa contro i "muri", dei quali tanto si parla in Europa in questi giorni. "Come cristiani - ha detto - siamo chiamati a un amore senza frontiere e senza limiti, segno e testimonianza che si può andare oltre i muri degli egoismi e degli interessi personali e nazionali; oltre il potere del denaro che spesso decide le cause dei popoli; oltre gli steccati delle ideologie, che dividono e amplificano gli odi; oltre ogni barriera storica e culturale e, soprattutto, oltre l'indifferenza". "Possiamo essere fratelli tutti", "può sembrare un'utopia irrealizzabile", "preferiamo invece credere che sia un sogno possibile", ha concluso il Papa.
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