(ANSA) - NEW YORK, 14 FEB - A quasi sei mesi dall'inizio
delle violenze che hanno spinto circa 700 mila musulmani
Rohingya a scappare dalla Birmania verso il Bangladesh, secondo
le Nazioni Unite è tempo di affrontarne le 'cause profonde'
perché i profughi si sentano sicuri a tornare in patria.
"Le cause della loro fuga non sono state affrontate, e non
abbiamo ancora visto progressi sostanziali nell'affrontare la
negazione dei diritti, che si è acuita negli ultimi decenni", ha
detto al Consiglio di Sicurezza l'Alto Commissario Onu per i
rifugiati, Filippo Grandi. "E' una corsa contro il tempo mentre
si profila una nuova importante emergenza", ha aggiunto,
spiegando che l'area di Kutupalong a Cox's Bazar, in Bangladesh,
è diventata il più grande insediamento di profughi al mondo. E
con la stagione dei monsoni che inizierà a marzo, almeno 107
mila persone vivano in aree soggette a inondazioni o frane.
Grandi ha poi precisato che le condizioni non sono ancora
favorevoli al rimpatrio volontario dei Rohingya in Birmania.