Valencia, 18 giugno 2018 – La mattina, a Valencia, inizia quando ancora il sole non è sorto. Gli oltre seicento giornalisti e operatori della comunicazione arrivano al porto, al molo 1, che è ancora buio. Sono da poco passate le sei del mattino quando all’orizzonte, vicino al porto, compare la nave Dattilo della Guardia costiera. A bordo ci sono 274 migranti. È la prima delle tre navi che ospitano in totale 630 persone.Alle 6.45 l’attracco. Sbarcano, i migranti, e finalmente sono a terra, dopo nove giorni di navigazione. Qualcuno accarezza con le mani la terra, qualcuno si copre il volto, le donne indossano il copricapo. Mille i volontari della Croce Rossa spagnola impegnati nelle operazioni di soccorso. Appena sbarcati, i migranti vengono trattenuti per un breve controllo sanitario. Alcuni sono inviati negli ospedali, altri partono per i centri di accoglienza. Tre ore dopo, intorno alle undici, appare Aquarius, la nave di Sos Méditerranée e Medici Senza Frontiera. Una nave diventata simbolo della battaglia tra l’aiuto umanitario e la pressione politica verso l’Unione europea. Salvini, infatti, ha negato l’accesso delle navi Ong ai porti italiani. No sulla pelle degli esseri umani, gridano a gran voce le Ong. Si balla e si canta, si applaude e si urla sulla nave quando mancano poche miglia allo sbarco. A simboleggiare la polemica un cartello accoglie i migranti: benvenuti a casa vostra. La traduzione in diverse lingue. Manca l’italiano.
Il caso. Valencia accoglie Aquarius: “Benvenuti a casa vostra”