Aie, ecco le proposte alla politica contro crisi dell'editoria
(ANSA) - ROMA, 06 SET - L'intero sistema dell'editoria è oggi
in pericolo per l'emergenza carta: da questa consapevolezza
partono le quattro proposte dell'Aie (Associazione italiana
editori) al governo che verrà.
Il settore del libro muove 3,4 miliardi di fatturato e
interessa 5.200 case editrici, 5.000 librerie, oltre 70.000
occupati nella filiera: "È la prima industria culturale del
Paese e la quarta in Europa - si legge nel documento. E
l'editoria europea è leader al mondo. Il libro è cultura: è
piacere di leggere, approfondimento, strumento per la scuola,
l'università, le professioni, il lavoro. Per questo il libro
contribuisce alla crescita economica e sociale del Paese".
Prima proposta, quella per far fronte alla crisi della carta,
i cui costi sono aumentati fino all'80% negli ultimi sei mesi:
"Chiediamo per i libri il credito di imposta già previsto per
giornali e periodici, essenziale per la sopravvivenza di molte
aziende".
"Il futuro del libro dipende dalla sua capacità di continuare
a rinnovarsi - si sottolinea nella seconda proposta. Il settore
aspetta da anni una legge di sistema che guardi al lungo
periodo, con incentivi all'innovazione e
all'internazionalizzazione per tutta la filiera".
La terza proposta si basa sulla valorizzazione del diritto
d'autore e sulla lotta alla pirateria, un fenomeno sempre più in
crescita, che distrugge ben 771milioni di fatturato ogni anno e
5.400 posti di lavoro.
La quarta, la più strategica, la lettura, perché più libri
significa più cultura e quindi più Paese. A partire dalla
scuola, dai bambini e dai ragazzi: "Costruiamo insieme un futuro
migliore per il nostro Paese - conclude il documento -
sostenendo l'acquisto di beni e servizi culturali, dando
continuità alla 18App e sviluppando strumenti analoghi per altre
categorie di cittadini. Aiutiamo le famiglie e gli studenti
nell'acquisto di libri di studio per scuola e università.
Sosteniamo le infrastrutture della lettura: biblioteche e
librerie, in particolare nelle aree svantaggiate". (ANSA).
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